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Per dirlo con i simboli GIS<=BIM? GIS=QGIS, WordPress, Google Earth?

In questo ultimo periodo mi sto facendo una domanda. Anzi, è quasi una crisi di identità nei confronti della mia professione che mi ha scelto, che ho amato dal primo momento e che non mi fa smettere di studiare, cercare, parlarne.

Cosa sta succedendo nel mondo del GIS?

Me lo chiedo perché sto vedendo qualche fenomeno preoccupante in questi ultimi tempi.

Vedo Blog e siti di divulgazione GIS, anche storici, che trasformano il loro nome in “GIS e BIM”, “Territorio e BIM”, come si stesse seguendo una moda nel timore di essere oscurati dal nuovo trend.

Il BIM non è certo l’imparare un nuovo programma, non è certo andare ad un corso (si, quello serve al BIM Manager, ma non diventeremo BIM Manager tutti, e forse sarà un bene per chi ne rimarrà fuori…almeno per le coronarie).

Il BIM è un metodo, è un’insieme di conoscenze, tecnologie, metodologie messe assieme per ottimizzare ogni fase del progetto.

Non è che ora l’ingegnere o l’architetto debbano imparare tutto lo scibile della metodologia BIM, e quindi farsi un corso di QGIS per dire che nel BIM usano anche il GIS, ma devono continuare a fare quello per cui hanno studiato e hanno esperienza in modo più coordinato con gli altri professionisti, tra cui l’esperto in GIS.

Altrimenti succederà che l’architetto di turno diventerà lo smanettone di QGIS che ci prova, arraffa i primi dati che trova e monta qualche scenario posticcio per giustificare il fatto che ha analizzato il territorio usando dati che poi ha trasportato nel suo progetto in CAD parametrico (chiamiamoli così…volutamente…per non dare nell’occhio).

Vedo studentelli nerd smanettoni che fanno video in YouTube spiegando le magie che fanno con QGIS. Poi vai a vedere chi sono in Internet e sono sbarbatelli appena usciti dall’università con basi di pianificazione e superiori da programmatori, con all’attivo la tesi, poco più di un piano particolareggiato e due cartine turistiche.

Vedo clienti e professionisti dire di fare/avere un GIS, te lo mostrano e lo hanno fatto su Google Earth o WordPress…

Ok, questo può bastare per alcune esigenze di base, se sei uno a cui non serve molto di più di Google Maps, ma non se sei un ente pubblico con km quadrati da gestire e potenzialmente tera di dati da poter sfruttare.

Ora, non so se è colpa dell’avvento dell’Open Source (che tra l’altro non ho mai ostacolato e che mi fa perder le notti per studiarci su), o forse sto diventando io un vecchio brontolone (a 42 anni suonati…), ma temo che questo appiattimento, questa idea che basta un corso, uno smanettone per fare il GIS, o peggio che il GIS sia solo una software propedeutico ad un progetto BIM, farà del male alla nostra professione, e sarebbe un peccato per chi ci è cresciuto, ha investito tempo, forza di impresa, denaro, inventiva.

Allora torniamo alla definizione di GIS, traduciamolo proprio, non usiamo l’acronimo standard italiota SIT,
Sistema Informativo Geografico, allora il “Gissaro” è Geografo innanzitutto, amplia lo studio ad oltre l’orizzonte, molto più di un qualsiasi progetto sia esso edile, urbanistico o infrastrutturale.

Ecco quindi dire che il GIS fa parte del BIM è come dire che secoli fa il cartografo la notte disegnava la carta del campo di battaglia e di mattina metteva la baionetta in resta e andava all’assalto. Era anche lui nell’esercito ma non sparava, ne faceva strategia militare, anche se il suo lavoro aiutava a fare la strategia e a mandare nel posto giusto quelli con la baionetta.

Poi il “Gissaro” si occupa di Sistemi Informativi, cioè di dati, tanti dati, di vario genere, non solo territoriali. Li deve analizzare, catalogare, capirne la qualità, le relazioni tra loro, costruire un database solido, veloce e rendere tutto ciò di semplice utilizzo per chi poi dovrà usare questi dati per altre cose.

Progettazione, gestione del territorio (urbanistica, amministrativa, tecnologica, ambientale) a queste professionalità il compito di usare quanto intrecciato dall’esperto GIS per portare avanti l’analisi e lavorare meglio.

Capite bene che non basta quindi saper usare un software, avere una minima esperienza su uno o due campi, vi dirò di più chi fa GIS non può spesso essere da solo, ma deve essere una equipe di esperti, ognuno bravo nella sua parte, il cartografo, l’esperto di database, il sistemista, il programmatore.

Questa è la professione che mi ha fatto innamorare dal primo minuto, che mi sento di difendere, senza voler sminuire quelle degli altri.

Se sei un collega che da anni fa onestamente e con professionalità questa professione non cercare di salvarti sotto l’ombrello del BIM, ma sponsorizza la tua professionalità a chi fa BIM. Non penso che in fondo l’orizzontalità dell’offerta paghi ne per chi dal BIM vuole fare GIS ne chi dal GIS vuole fare BIM a 360 gradi. Come ho detto prima, ad ognuno il suo.

Se stai pensando di lanciarti nel BIM (e lo stai facendo lo so…chi non lo farebbe…) non perdere tempo e denaro a fare corsi di GIS, perfeziona le tue competenze ed impara a dialogare con le altre professionalità. Quando poi ti servirà l’analisi territoriale affidati a chi lo fa di mestiere, ti farai sicuramente meno male ed il progetto ne trarrà beneficio.

Se sei una organizzazione con molte informazioni da gestire, mettere a sistema e condividere con non esperti non lanciarti in soluzioni semplicistiche fatte da chi fino a ieri faceva siti internet o ti parla di Open Source perché sa usare QGIS e QGIS On-line (quanto adoro sti due programmi), ma cerca una equipe di esperti che abbia al proprio interno tutte le professionalità di cui ti parlavo prima.

Parliamone, io e il mio team siamo disposti anche fare un’analisi gratis della tua situazione (clicca il pulsante qua sopra per richiederla), e poi, se non ti abbiamo convinto vuol dire che questo è stato solo lo sfogo di un vecchio brontolone troppo romantico e nostalgico.